SIAMO TUTTI ANIMALI

SIAMO TUTTI ANIMALI

Hai sentito della bambina che è andata nel bosco col cane e un cacciatore gliel’ha ammazzato? Dopo il misfatto ha confessato d’averlo confuso per un cinghiale. Non lo biasimo, probabile che mentre sparava pensasse già al ragù delle pappardelle!

La notizia ha avuto poca risonanza mediatica e sicuramente l’opinione pubblica avrebbe reagito diversamente se avesse colpito la piccola. Perché, come dice Orwell ne La Fattoria degli Animali: “tutti gli animali sono eguali, ma alcuni sono più eguali degli altri”. E gli uomini lo sono ancora di più.

 

Partiamo da un antefatto certo: è ormai dimostrato che uomini e animali hanno antenati comuni. Provengono entrambi dalla stessa molecola del DNA, che poi nel tempo ha subito una serie di modificazioni, differenziazioni, evoluzioni fino a creare le specie che conosciamo oggi. Tanto per essere chiari: l’uomo è uno scimpanzé più figo. Ha poco da fare tanto tanto il bulletto!

Quale primate più sviluppato siede sul punto più alto della piramide. E da lì non osserva imparziale, non controlla e domina senza far niente come Simba1. Partecipa al ciclo evolutivo ora favorendo l’estinzione di una specie, ora con la distruzione di una foresta, ora sterminando i propri simili. Tanto che, a volte, viene da chiedersi chi è il cretino che l’ha messo lassù.

Ovviamente si è messo da solo. Ma per non affermarlo spudoratamente, l’ipocrisia è una delle più praticate fra le sue peggiori qualità, ha sempre cercato qualcosa che lo confermasse. E fu così che, quando ancora guardava le stelle chiedendosi chi avesse realizzato quella meraviglia, intuì il trascendente. Da attribuirgli i meriti del creato a riconoscersi suo prediletto il passo è stato breve.

Le Sacre Scritture, infatti, affermano che Dio è onnipotente e che l’uomo è il figlio creato a sua immagine e somiglianza (Genesi 1,27), per cui può “dominare” gli animali e “soggiogare” la terra (Genesi 1,26.28). Per l’Islam la natura è un mezzo per raggiungere Allah poiché “i sette cieli e la terra e tutto ciò che in essi si trova lo glorificano” (Corano 17, 44). Insomma, le religioni monoteiste si definiscono tali non a caso: il dio è uno solo e si chiama uomo.

Non meno antropocentriche sono quelle politeiste: per gli egiziani gli dei erano elementi della natura che avevano forma umana; per i greci essa era la physis cioè la totalità delle cose, come la definivano i presocratici Eraclito e Anassagora, da cui tutto origina e senza cui nulla potrebbe essere com’è, che si personificava con creature antropomorfe interagenti fra loro; per i nativi americani la natura è la madre che dona il suo corpo per il nutrimento dei figli. Potrei proseguire con infiniti esempi dello stesso tenore.

Per secoli quindi le religioni sono state il più potente strumento di legittimazione del dominio sulla natura. Ma quando nel medioevo si cominciò a non poterne più dei numi opprimenti, l’ontologia abbandonò la metafisica per guardarsi intorno. Sperimentazione, creazione di ipotesi a cui seguono ragionamenti per arrivare a leggi che descrivono fenomeni. Ecco creata la nuova causa di riverenza al passo coi tempi: la scienza. E se all’inizio i suoi estimatori venivano cotti alla brace, scoperto il Nuovo Mondo ha cominciato a rinfrescare il vecchio, con la rivoluzione industriale ha assunto i crismi dell’infallibilità, dell’onnipotenza, dell’assolutezza, fino a diventare la dittatura che oggi adoriamo tanto.

Col pragmatismo che le è proprio essa ha dimostrato, quindi non c’è più bisogno neanche della fatica di credere, che l’uomo è l’essere più progredito in quanto unico a potersi adattare, sopravvivere, riprodursi tanto nel deserto quanto in vetta a una montagna. Detto in un altro modo, se trasferisci il nostro antenato scimpanzé, il più evoluto fra i meno evoluti, dalle foreste pluviali a New York, di sicuro impazzisce e poi viene abbattuto quand’è in vetta all’Empire State Building2. Se invece costringi l’uomo a fare il percorso inverso, sicuramente trasforma la foresta un bellissimo centro commerciale.

Di fatto la scienza non ha inventato niente. Ha semplicemente cristallizzato ciò che per il senso comune era indiscutibile.

Mi riferisco a coloro che affermano il primato in base alle maggiori capacità razionali di cui l’essere umano è dotato rispetto alle altre specie. Lascia stare che non ne faccia o ne faccia un pessimo uso. E lascia stare che siano coscienti e razionali i vertebrati, gli animali o le piante che interagiscono fra loro per la sopravvivenza e lo sviluppo e forse domani si scoprirà che lo sono anche gli insetti, gli artropodi e gli invertebrati. Ẻ indubbio che rifletta, razionalizzi, risolva problemi come nessun altro. Hai mai incontrato un’aquila mentre raschia un gratta e vinci? Sai di balene che sfrecciano su un catamarano? Conosci babbuini che sappiano assembrare un mobile Ikea? Hai mai visto giraffe che si specchiano nello schermo di un computer per un giorno intero o un orso che si rifà gli zigomi per assomigliare a un castoro? L’uomo, non l’animale né la pianta, riesce a fare tutte queste cose!

Oltre gli oltranzisti della ragione, ci sono i partigiani dell’anima. A loro dire l’uomo è l’unico essere che la possiede. E se la possiede, possiede una coscienza, cioè la consapevolezza del sé, degli altri, dell’ambiente che lo circonda, da cui deriva la capacità di giudicare cosa è bene e cosa è male. Peccato si smentiscano imponendo la morale, la legge, la religione e quant’altro lo uniformi e lo educhi affinché il giudizio non sia personale… Oppure no, magari la morale, la legge, la religione e quant’altro sono create apposta per stimolare le persone a ignorarle consapevolmente. Chissà!

Nel mucchio si distinguono i legalisti, coloro per cui la vita di un individuo è più importante di quella di un animale o di una pianta perché lo dice la legge. Per loro tutto è lecito ciò che consente, tutto è proibito se lo vieta. Le riconoscono un primato assoluto e incontestabile che ha quasi del mistico. Ti dirò: conosco la legge e conosco i mistici e, credimi, sono una pessima combinazione. Quasi peggiore dell’ideologia e del profitto. E siccome i legalisti hanno la capacità di mistificare la legge per idealizzare il profitto, mi spaventano assai!

 

La verità è che il primato dell’uomo è una finzione. Qualunque concezione antropologico-telologica è una fantasia che assolve due scopi: dimenticare la morte e alleviare il senso di colpa per la malvagità di cui è capace. La natura, infatti, lo considera solo un animale fra animali: siamo tutti volontà che partecipa al ciclo della vita e poi torna da dove è venuta. Essa ha nei suoi confronti la stessa considerazione che può avere verso un batterio. Se addirittura non lo ritiene più fastidioso, visto come si comporta!

 

Tornando al caso della bambina e del cane ucciso dal cacciatore, ciò che rende ai nostri occhi la vita umana più importante rispetto a quella di qualunque altro essere non è il suo valore assoluto, che non esiste, ma il nostro punto di vista condizionato da secoli di tradizioni, morale, cultura antropocentrica che considera il tutto come un subalterno, come un mezzo per un fine. Fine che è sanare l’umano bisogno d’eternità.

Come il domino sulla natura, al pari di violenza e accumulazione, è causato dall’urgenza inconscia di negare la propria finitezza, egualmente si idealizza la vita umana, con quella di un lombrico l’effetto non sarebbe lo stesso, perché identificarsi nella sua idea rafforza l’autostima a discapito della inevitabile caducità. E così se il cacciatore avesse freddato la bambina, ella sarebbe diventata figlia, sorella, madre e il dolore provocato dalla sua morte sarebbe stato personale perché provante l’incompiutezza che ci caratterizza. Siccome, invece, ha ucciso il cane, cioè un essere non umano nei confronti del quale solo pochi eletti riescono a identificarsi, è solo un coglioncello!

Peccato che questi artifici mentali di autoconservazione siano un’illusione. E come tutte le illusioni, all’inizio sembrano consolatorie, se perpetrate ripetutamente diventano follia. Che è lo stato permanente in cui ormai vive il genere umano.

NOTE

*1 “Il Re Leone, film di animazione, 1994.

*2 Riferimento a King Kong.