LETTERA – VIOLENZA

Mi scrive un amico di Roma. E’ una mail molto lunga, ma se c’è un vantaggio dell’essere dislessici è che posso saltare le righe senza sentirmi in colpa.

Dopo un interminabile premessa in cui mi fa sapere che da giovane era comunista, poi è diventato “pidduino”, suppongo sia un refuso e volesse intendere “piddino”, infine leghista, racconta che la sua ragazza nel momento topico lo chiama Matteo perché immagina di farlo con un noto politico di cui non specifica il cognome e chiede se potrebbe essere definito anarchico nel caso in cui decidesse di eliminarlo.

 

Caro amico di Roma,

Ringraziandoti per avermi scritto, ti dico che apprezzo sinceramente i tuoi propositi regicidi, ma credo che presentino alcune piccole inconvenienze.

Innanzi tutto non mi hai comunicato di che Matteo si tratta. Ho provato a fare una ricerca fra i politici più famosi che portano questo nome, ma gli attribuiti “pagliaccio”, “manipolatore”, “farabutto”, “viscido” valgono per molti di loro. La prossima volta che scrivi, sii più preciso.

In secondo luogo, sconsiglio di ambire a essere anarchico. Lo Stato non ha pietà verso chi non gli porta profitto, figuriamoci verso chi gli dà solo rogne. Dichiarati liberale, comunista o, perché no, democristiano. Quelli sono eterni!

Evita i propositi aggressivi. Non che aborrisca la violenza di principio: se assume le forme della rivolta contro un atto ingiusto, la ritengo addirittura necessaria e morale. Ma le rivoluzioni si fanno fuggendo, non combattendo. Chi osteggeranno, umilieranno, vesseranno quando non ci sarà più nessuno?

E poi la violenza contro il Potere non va più di moda. Al tempo della così detta “propaganda del fatto” si uccideva il tiranno per risvegliare il popolo. Oggi l’oppressore non è altro che uno che ce l’ha fatta. Eliminarlo equivarrebbe a negare ciò che tutti vorrebbero essere. Non ti perdonerebbero mai di aver attentato i loro sogni.

Peraltro le autorità farebbero a gara a perseguirti per un briciolo di notorietà. Per mesi i talkshow ti dipingerebbero come un mostro. Andresti incontro a degradanti afflizioni fisiche e morali. Un’ulteriore tortura che non meriteresti, visto quello che stai passando.

Ragion per cui, anziché portare a termine il tuo proposito, ascolta un amico: cambia morosa.